Il ruolo dei social network per le imprese - Corriere.it
Il ruolo dei social network per le imprese
A cura di WeChat
Fare impresa in Italia non è mai stato semplice: un sistema politico che ha visto susseguirsi 63 governi dall’ultimo dopoguerra; un mercato del lavoro piuttosto rigido, dove assunzioni e licenziamenti sono vissuti come eventi traumatici; un’amministrazione pubblica in molti casi inefficiente; infine, un sistema finanziario ancora limitato con un numero ridotto di imprese quotate in borsa e una capitalizzazione di molto inferiore a quella di altri paesi europei.
Eppure, nonostante queste difficoltà, il sistema imprenditoriale italiano risulta estremamente vitale: vanta oltre 4 milioni di imprese attive e un tasso medio di crescita annuo del 2%. Se si escludono alcuni casi eccezionali, una delle caratteristiche tipiche dell’imprenditorialità nostrana sono le dimensioni: si tratta di realtà piccole, con un modesto numero di dipendenti, che in tempi relativamente brevi hanno saputo conquistare una posizione di leadership sui mercati internazionali (si pensi al settore alimentare o a quello della moda). Sono aziende che, fin dai primi mesi di vita, hanno puntato sull’eccellente qualità della propria produzione, permettendo che design, creatività e innovazione divenissero le parole d’ordine dell’ormai conclamato "Made in Italy".
I risultati a livello internazionale non si sono fatti attendere: le esportazioni italiane hanno raggiunto una quota di circa il 3,5 % rispetto alle esportazioni mondiali, occupando, in numerosi settori, posizioni di assoluta leadership. Dal 2008, il solo fatturato manifatturiero estero è cresciuto (+16,5%) più di quello tedesco (+11,6%) con un surplus che supera i 100 miliardi di dollari .
Tuttavia, esistono limiti reali, difficoltà legate alle modalità con cui il "Made in Italy" cerca di far fronte ai propri concorrenti su scala globale. Limiti come, tra gli altri: un accesso ancora ridotto alle risorse finanziarie, che non permette di essere competitivi a livello globale; la carenza di canali di accesso diretto ai mercati internazionali per distribuire i propri prodotti e offrire i propri servizi; una crescente, annosa difficoltà a individuare e trattenere i talenti.

In un contesto di questo genere, le grandi piattaforme digitali - in particolare i social network di nuova generazione - possono rappresentare non solo un canale di comunicazione, ma anche un vero e proprio business partner per le aziende. I nuovi social sono in grado di valorizzare le eccellenze e, parzialmente, compensare le carenze del "sistema Italia" divenendo effettivi canali di comunicazione e scambio, oltre a spazi di vendita non convenzionali, vicini alla community dei nativi digitali.
Ad esempio, WeChat permette alle aziende di qualsiasi settore di sfruttare il proprio bacino di quasi 400 milioni di utenti attivi per raggiungere clienti (attuali e potenziali) ovunque nel mondo, intrattenendo con essi un dialogo non invasivo ma continuativo quando sono in mobilità, sfruttando smartphone e tablet. Attraverso l’applicazione, le aziende possono diffondere contenuti e rafforzare il proprio rapporto con la clientela. Inoltre, possono fornire servizi di assistenza diretta ai clienti in modalità "One-to-One", rivoluzionando così il mondo del customer service e proponendo un servizio rapido, automatizzato e personalizzato, che minimizza i costi di gestione a fronte di una massimizzazione del proprio "Reach".
Attraverso WeChat infine, è possibile creare e gestire nuove opportunità di vendita basate sull’intrattenimento dei clienti, ovunque essi siano, sfruttando la flessibilità e l’interattività di un vero e proprio social network, customizzabile in base alle esigenze dell’azienda e alle caratteristiche dei prodotti e dei servizi offerti.
Per saperne di più: www.wechat.com/it - wechat-italia.info
Fonti:
F. Amatori, A. Colli, Imprenditorialità e sviluppo economico. Il caso italiano. (sec. XIII-XX). Società degli Storici Economici. Università Bocconi, 14-15 Novembre 2008;
Università degli Studi di Trieste – Facoltà di Economia www.econ.units.it;
Businesscommunity www.businesscommunity.it
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June 24th, 2014