Ma il vero problema di internet è la mancanza di anonimato. Non il contrario
Ma il vero problema di internet è la mancanza di anonimato. Non il contrario

Lo racconta il Washington Post che ha condotto una inchiesta sui 500 siti più visitati negli Stati Uniti per scoprire che un terzo - compreso lo stesso Washington Post - prende le impronte digitali del nostro computer o telefonino
Ogni clic dice qualcosa di noi. Quando passiamo da un sito all’altro ci seguono decine e decine di pezzettini di software - cookies - che tengono traccia di tutto. E sebbene l’Unione Europea abbia varato norme che ci consentirebbero di scegliere quali dati condividere (il GDPR), quando entriamo su un sito web clicchiamo sbrigativamente per accettare tutto come se fosse una seccatura. Risultato: il problema di Internet oggi non è l’eccesso di anonimato, ma semmai il contrario. Sì certo teoricamente possiamo attivare la modalità di navigazione in incognito, oppure cancellare i cookie, o la cronologia. Ma anche così siamo individuabili. Lo racconta il Washington Post che ha condotto una inchiesta sui 500 siti più visitati negli Stati Uniti per scoprire che un terzo - compreso lo stesso Washington Post - prende le impronte digitali del nostro computer o telefonino. Si chiamano proprio così, fingerprint, impronte digitali, e sono informazioni in grado di identificare il nostro device con una precisione del 99 per cento. Il 23 febbraio del 2015 i due cani sono tornati sul New Yorker, ma stavolta al computer c’era una persona. Il cane nero dice a quello bianco: ti ricordi quando su Internet nessuno sapeva chi fossi?
November 1st, 2019