Tv, l'anchorman è un clone: va in onda il giornalista virtuale

Il giornalista-ologramma sviluppato con il motore di ricerca Sogou

Mima due volti noti del mestiere ma è un'intelligenza artificiale sviluppata dal motore di ricerca cinese Sogou, in grado di imparare. E' l'ologramma lanciato intelevisione dall'agenzia di stampa cinese Xinhua

dal nostro corrispondente FILIPPO SANTELLI
10 novembre 2018
PECHINO - Può lavorare 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Mai un abbassamento di voce, mai un’incertezza, mai un errore. Non è umano, letteralmente, il nuovo 'mezzobusto' televisivo che da ieri legge le notizie per Xinhua, l’agenzia stampa statale cinese. Volto, timbro e perfino i gesti sono una replica di quelli di due noti giornalisti in carne ed ossa, Qiu Hao per le news in cinese e Zhang Zhao per quelle in inglese. La sua mente invece è una intelligenza artificiale sviluppata dal motore di ricerca cinese Sogou, in grado di imparare e diventare ogni giorno più accurata.

Cina, clonato il giornalista: il tg lo conduce un anchorman virtuale

Cina, clonato il giornalista: il tg lo conduce un anchorman virtuale
"Salve a tutti, sono un conduttore news artificiale in lingua inglese", ha esordito con perfetto accento Zhang Zhao, l’ologramma, al suo primo giorno davanti alla telecamera, lanciato da Xinhua durante la World Internet Conference di Wuzhen, la più importante della Cina. La cravatta perfettamente annodata, piccoli movimenti della testa e del viso simili a quelli del modello, l’inespressività richiesta da una informazione di regime, appena qualche piccola interruzione poco naturale. Ma migliorerà con la pratica, visto che da ieri è diventato a tutti gli effetti 'membro della redazione', il primo anchor robot del mondo. Come tutti comincerà dalle cose più semplici, come la lettura delle notizie di Borsa. E grazie agli algoritmi di deep learning evolverà fino a poter gestire anche le breaking news o le edizioni straordinarie, quanto gli anchor di punta non saranno disponibili.

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Come sia stato accolto dai colleghi non è noto. Lavorare fianco a fianco con un clone di sé stessi che non conosce stanchezze, incertezze o errori, non deve essere una prospettiva rassicurante per gli Zhang o i Qiu in carne e ossa e il loro posto di lavoro. Il comunicato di Xinhua non ci gira attorno: il presentatore robot serve a aumentare 'l’efficienza' e 'ridurre i costi' della redazione. A tenere tranquilli i giornalisti, per il momento, è il fatto che la sua instancabile voce andrà comunque alimentata con notizie scritte da redattori umani. Ma fino a quando? Non è distante il momento in cui l’intelligenza artificiale potrà anche assemblare numeri e comunicati stampa e trasformarli in un testo da far leggere a Zhang.

A quel punto tutta la catena dell’informazione sarebbe automatizzata come una catena di montaggio industriale, il sogno del regime. Sfuggo in tutto questo dove stia 'l’autorevolezza' del conduttore algoritmo decantata da Xinhua, se non nel trasmetterli senza alterarli con pensieri e espressioni troppo umane i messaggi che arrivano dall’alto. Al cerchio perfetto della propaganda manca solo un passaggio, il cittadino robot.

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© Riproduzione riservata 10 novembre 2018

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